Nicola Panza mi scrive in un suo commento:
"ma quindi l'ICMESA informalmente produceva un'arma chimica per la guerra del Vietnam?"
Prendetevi cinque minuti e seguitemi in questa piccola trattazione per leggere la risposta al suo quesito...
L'ICMESA produceva il TRICLOROFENOLO che era (ed è) uno dei componenti principali dei diserbanti. La tecnologia produttiva adottata a Meda (Industrie Chimiche Meda Società Azionaria) comportava la preparazione del triclorofenolo ad alte temperature, differendo da tutti i brevetti che in quel momento venivano utilizzati nel mondo, il che induceva la formazione di sottoprodotti di reazione, quali la TCDD (tetraclorodibenzoparadiossina). Gli Statunitensi utilizzarono durante la guerra del Vietnam una serie di agenti chimici, tra i quali efficacissimi diserbanti che dovevano, nelle loro intenzioni, distruggere le coltivazioni degli avversari. Allo spargimento dei diserbanti seguivano spesso azioni di incenerimento con il tristemente famoso Napalm (miscela di NA-ftenato di alluminio e PALM-itato di sodio usati per gelificare la benzina, anch'essa presente insieme a sali di fosforo che servivano ad innescare l'incendio)...
ciò detto, facciamo due conti da chimici provetti: 1) butto sulla vegetazione il triclorofenolo e 2) incendio tutto...
Affinché si formino le diossine, secondo gli studi teorici, devono essere presenti tutte queste condizioni:
A) presenza di sostanze clorurate, di tipo prevalentemente organico
B) presenza di metalli di transizione (Fe, Cu..)
C) presenza di sostanze che forniscono idrogeno (materiali organici)
D) temperature comprese tra 200 e 500 °C
E) combustione in presenza di ossigeno in difetto
F) assenza di zolfo
Adesso analizza con me il caso che abbiamo discusso sopra:
A) c'è il triclorofenolo - sostanza organica clorurata
B) ci sono i metalli (Na e Al) - non sono di transizione ma non dimentichiamoci che il napalm veniva lanciato in bidoni di ferro (metallo di transizione) e che la reazione iniziava vicino al bidone...
C) c'è un sacco di benzina nel napalm, quindi miscele di idrocarburi fonte di idrogeno
D) le temperature di un incendio boschivo raggiungono valori compresi tra 650 e 850°C (manuale "il Fuoco" - VVF reg. veneto, che consiglio di leggere); ne segue che sicuramente si è in presenza del deltaT richiesto ed inoltre le temperature massime raggiunte dall'incendio sono sì elevate ma non sufficienti a decomporre la diossina prodotta
E) la combustione è velocissima è "si mangia l'aria" - l'ossigeno non basta mai, direbbe la reazione
F) sull'assenza di zolfo non metto becco, anche se ritengo che la presenza di questo non metallo in quella precisa situazione, fosse sufficientemente trascurabile.
A queste considerazioni, aggiungi che si utilizzavano altri erbicidi: l'agente arancio (miscela all'incirca 1:1 degli erbicidi 2,4-D (acido-2,4-diclorofenossiacetico) e 2,4,5-T (acido-2,4,5-triclorofenossiacetico), l'Agente Blu (acido cacodilico), l'Agente Bianco (miscela 4:1 di 2,4-D e picloram), l'Agente Porpora e l'Agente Rosa che venivano irrorati con gli aerei sia sulla vegetazione sia sulla popolazione. Se te lo stai chiedendo, il nome degli agenti abbinato ai colori è unicamente dovuto non al colore della sostanza (spesso incolore) ma alla striscia colorata presente sui fusti usati per lo stoccaggio durante il trasporto del prodotto.
L'Agente Arancio, liquido incolore che ufficialmente era destinato alla rimozione delle foglie degli alberi così da privare i Viet Cong della copertura del manto vegetale, ha come sottoprodotti delle diossine altamente tossiche ritenute responsabili di malattie e difetti alla nascita sia nella popolazione vietnamita sia nei veterani di guerra statunitensi.
Si è anche scoperto che ha proprietà cancerogene, che colpiscono principalmente le donne, e teratogene (può causare alterazioni mostruose nello sviluppo di un embrione).
Detto ciò, confermo a Nicola che esiste una parte di studiosi (e di pacifisti) che sostengono la tesi dell'utilizzo di diossine da parte dell'esercito Americano durante la guerra del Vietnam.
Se la domanda venisse rivolta a me, potrei rispondere che non mi sento di escludere la possibilità che sia vero, dimostrando la mia affermazione con quanto ho scritto in questo post.
Ricordo inoltre che, se mi è permessa la metafora, il produttore della polvere da sparo o della cartuccia o del bossolo o della pistola... non sono mai i diretti responsabili di un omicidio! Il colpevole è colui che preme il grilletto dell'arma contro qualcuno, mentre gli altri, in qualche modo, concorrono al fatto che lui lo posa fare.
L'ICMESA non produceva armi. Chi comprava i prodotti dell'Azienda li poteva potenzialmente utilizzare come tali, ma questo è solo uno dei possibili utilizzi.
Sperando che certe situazioni non si ripetano più, attendo i vostri commenti ed auguro come al solito buono studio.
GAGiuliani
mercoledì 2 febbraio 2011
Triclorofenolo: arma di guerra?
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11 commenti:
è deludente pensare che le scoperte scientifiche dell'uomo siano quasi sempre votate anche per la distruzione di quest'ultimo.
Ogni volta che qualcuno si impegna nello studio di qualcosa ed arriva ad ottenere un risultato, c'è sempre qualcun'altro che utilizza la sua scoperta per la distruzione. E' stato così per il nucleare, che è diventato prima di tutto una bomba che un modo per produrre energia, oppure, come diceva lei, con la polvere da sparo... Ma anche l'elettricità è stata usata per la sedia elettrica ed infine, in un articolo del Leggo del 18-11-2010 dove si parlava di antimateria, una delle domande che sono state poste al presidente della Cnr è stata:" Dan Brown in "Angeli e Demoni" ha ipotizzato l'utilizzo di una sorta di bomba di antimateria, sarebbe possibile costruirla?"... Sapere che ad ogni scoperta futura corrisponderà un diverso modo per uccidere o far soffrire altre persone può far riflettere sulla perversità dell'uomo...
in pratica formalmente produceva diserbante poi se ne lavava le mani e lasciava agli altri la decisione sull'utilizzo ( evidentemente sbagliatissimo quello degli USA) .per il commento precedente penso che l'uomo sia nato per sopravvivere in un certo modo, e uccidere per sopravvivere rientra in questa necessità. l'etica civile c idice che uccidere è ovviamente sbagliato ma personalmente non adotterei una visione così pessimistica del futuro tecnologico. ( basti pensare che un uomo si può uccidere anche con una pietra.. senza tanta tecnologia)
Penso sia sbagliato dire che producesse il triclorofenolo e poi se ne lavasse le mani. Non si può attribuire al produttore alcun disinteresse anche perché non può vincolare gli utilizzi del prodotto successivi alla sua vendita (quella parte la fa la legge). Se ho una cava di ghiaia, non posso obbligare il muratore a non uccidere qualcuno con i sassi che compra da me...
Condivido poco anche il concetto, se ho capito bene, che l'uomo abbia nella sua natura la necessità di uccidere per mantenere il suo status.
Sarebbe bello avere il parere di altri in merito e rendere il discorso più ampio.
Mi complimento comunque con Nicola ed Anna che hanno capito al 100% lo scopo di questo blog. 10 e lode ad entrambi!
la ricerca della sopravvivenza è una cosa differente... Non sto condannando quella categoria di uomini, ma se basterebbe una pietra per uccidere una persona, allora perché l'uomo si affanna tanto per trovare armi sempre più forti e sofisticate??? Le guerre non si fanno per sopravvivenza, si fanno per smaniose brame di potere, e secondo me questo non è un fine che giustifica i mezzi... utilizzare le scoperte scientifiche per prevalere sugli altri e provare gusto nel farlo non è una necessità di sopravvivenza ... Se in un futuro dovessi fare una scoperta molto importante, io non penso che saresti felice di sapere che qualcun'altro l'ha utilizzata per uccidere milioni di persone... Anche se non le avresti uccise tu, saresti tu, appunto, ad aver dato il mezzo per farlo...
La discussione si fa tosta e i competitor si fanno valere come pensavo.
Chi ha la tenacia e la fortuna di arrivare ad una scoperta che influenzerà la società a livello globale, si trova necessariamente a valutare, moralmente ed eticamente, il proprio lavoro.
Sta alla cultura di ognuno scegliere i limiti ai quali si vuole spingere.
Voi state studiando proprio per questo!
Anna...
"ma se basterebbe una pietra": sostituire basterebbe con bastasse.
"Anche se non le avresti uccise tu": sostituire avresti con avessi.
(giusto... ero presa dal discorso... anche se non è la prima volta che mi succede...)
come spessissimo mi capita non riesco a spiegare a pieno il mio concetto. non volevo assolutamente giustificare un assassino dicendo che quel suo atto è determinato dalla sua natura. però penso proprio che se uno fa una scoperta importante.. richiestissima.. magari che può avere dei secondi fini non molto chiari.. davanti al denaro ognuno vacillerebbe. bisognerebbe avere il pelo sullo stomaco ( cit. GAG) ;)
non sono d'accordo veramente... Non è per soldi che sacrificherei la vita delle persone... Bisognerebbe trovarsi nella situazione è vero, è difficile dirlo con estrema sicurezza ora, ma io non credo che riuscirei mai a condannare delle persone solo per arricchirmi... Invece vacillerei se avesse anche il potere di risolvere un problema molto grave, o se pregiudicherebbe la sopravvivenza della popolazione...
Inoltre bisogna anche tener presente che tale scoperta potrebbe essere usata contro di te: a quale scopo arricchirsi e se tanto poi finisci con il distruggerti?... un po' come quando un paese vende le proprie armi ad un altro, quando scoppia la guerra si ritrova a combattere contro le sue stesse invenzioni... dipende dalle situazioni in cui ti trovi...
detto da un cattolico praticante: il vero dio che muove il mondo purtroppo è il dio denaro ;)
detto da cattolico praticante... ma non da cattolico credente evidentemente... Ci sono cose che sono molto più importanti. Non si può e non si deve vivere solo di denaro, anche se nella nostra società fanno di tutto per farci credere il contrario...
non per me. .basta guardare come gira il mondo oggi.. è tutto un magna magna..
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