mercoledì 16 febbraio 2011

Il Latte crudo e il batterio E.coli O157. Post per gli agrari e per tutti coloro che comprano il latte alla spina.

Eccoci a parlare di latte. Una mia allieva di qualche anno fa, futuro Perito Agrario, mi ha chiesto recentemente di sviluppare questo tema perché vuole avere più informazioni in merito. Mi sono chiesto: "cosa posso postare per integrare la sua formazione?" La prima risposta che mi sono dato è che oltre a ciò che si impara a lezione c'è dell'altro... come l'E.coli O157 ed i problemi legati al consumo di latte crudo.

Questo tipo di latte, rispetto a quello trattato termicamente, ha la grossa differenza di mantenere intatta la carica batteria che conserva al momento della mungitura.
Se il processo di produzione è ben gestito e la mungitura è ben realizzata, non ci dovrebbero essere grossi problemi nel consumare il latte crudo.
Attualmente le ASL controllano, in Lombardia, molti produttori e molti dispenser dedicati alla vendita all'utenza finale e i controlli non hanno dato segni significativi di pericolosità del prodotto venduto.
Rimane comunque una "paura latente", alimentata anche da una quarantina di casi di intossicazione di bambini, riconducibili alla presenza di batteri nel latte crudo, oltre a problematiche anche più gravi.

Nel Dicembre 2008, il sottosegretario alla salute Francesca Martini in attesa della riunione con il Consiglio Superiore di Sanità e dell'incontro tecnico-scientifico con il Ministro delle Politiche Agricole affermava che "l'obiettivo è prendere decisioni che limitino i rischi sanitari legati al consumo di questo alimento. Questi distributori vendono latte non pastorizzato senza fornire informazioni ai consumatori su come gestirlo. Si tratta di un alimento che non ha subìto i trattamenti necessari per eliminare gli agenti patogeni potenzialmente nocivi che può contenere". Il messaggio da diffondere prima che le autorità arrivino a prendere decisioni sul tema, ribadiva il sottosegretario, "è dunque bollire sempre questo latte prima di consumarlo. Apparteniamo a una generazione che da tempo ormai non è abituata a farlo", ma in questo caso è l'unico modo per scongiurare rischi per la salute.

Bollirlo... non bollirlo?
Pastorizzarlo, sterilizzarlo... o cosa?
Cosa ne pensa un futuro Perito Agrario?
Se un amico dovesse chiedergli un parere, proprio perché "studia questa materia", quale parere darebbe?

Facciamoci una cultura in merito, magari non esaustiva ma sicuramente ottimo spunto per un approfondimento in classe con i vostri docenti.

Cominciamo con il visitare la pagina di Wikipedia che descrive il batterio Escherichia Coli; proseguiamo quindi con il leggere i documenti alla pagina del Ce.I.R.S.A. (Centro Interdipartimentale di Ricerca e documentazione sulla Sicurezza Alimentare - Regione Piemonte - ASL TO 5.

Essendo ora preparati, visioniamo un primo video il Dott. Fausto Cavalli (agronomo responsabile della strutturazione del sistema di distribuzione del "latte crudo alla spina") che, intervistato dal gruppo di supporto a Beppe Grillo, ci spiega i pregi del latte crudo e dimostra, dati alla mano, che non ci sono problemi relativi alla sua assunzione in quanto i controlli delle ASL non hanno mai dato esisti positivi, soprattutto ricercando l'Escherichia Coli O157:H7 (gene VT2).



A contorno, possiamo integrare con un paio di interviste realizzate nel Dic. 2008 dall'emittente "Più Valli TV - redazione di Clusone" a Paolo Antoniolli (Dir. Dip. Prevenzione Veterinaria ASL BG) e ad alcuni produttori/commercianti di latte crudo "alla spina".





p.s. - l'ordinanza Ministeriale alla quale faceva riferimento il Direttore Antoniolli, potete leggerla a questo indirizzo.

Adesso manca ancora qualcosa per poter dare un parere all'amico che vi chiedeva una risposta. Si deve capire la differenza tra Pastorizzazione e Sterilizzazione, aiutati da Wikipedia (almeno all'inizio... poi si passa ai libri, mi raccomando).

Per ultimo, vi posto un video nel quale scoprirete qualcosa di nuovo (magari non tutti, ma molti sicuramente). Ringrazio Discovery Channel per averci mostrato un modo alternativo alla gestione "abituale" delle stalle e della mungitura.



Che questa modalità gestionale possa contribuire a produrre latte crudo di qualità ancora migliore?
Pensate che l'uomo debba comunque occuparsi della mungitura?
I commenti sono ben accetti. Parlatene e formatevi.
Attendo i vostri pareri... adesso sicuramente più maturi e giustificati.
Buono studio.
GAGiuliani

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