domenica 14 ottobre 2012

La comunicazione nella didattica: arte, scienza... il teatro di Galileo e un testo chiarificatore.

Cinque giorni fa mi trovavo a commentare un post con una collega insegnante che "osserva e comunica".
 Ho pensato appunto alle sue osservazioni in relazione a scienza, arte, comunicazione e continuamente mi venivano in mente le parole di Galileo, che spesso amo citare e che suonano così "Il buon insegnamento è per un quarto preparazione e tre quarti teatro".

In questo motto credo fermamente, per esperienza vissuta, perché ho provato sulla pelle le difficoltà didattiche che aveveno molti dei miei professori, seppur preparatissimi sugli argomenti inerenti la disciplina, ma che non avevano teatro nelle loro corde...


Riecco che mi tornano alla mente le osservazioni della collega: "Io sono, forse tra le poche insegnanti, che in classe entra veramente volentieri, perché sicura di saper trasmettere a quasi tutti i miei alunni la passione e l’energia positiva per capire ed affrontare la disciplina", "forse tutti noi insegnanti dovremmo capire che volere non è potere… e sapere… e dovremmo forse a volte anche capire ed ascoltare… e “comunicare-esprimere” prima di esigere ed insegnare".

Nel suo ambito, l'arte, la comunicazione è molto più "vicina" al corso di studi di quanto non lo sia per le scienze; e chi si deve misurare con quel tipo di teatro?
Quale strada è meglio intraprendere per comunicare al meglio la scienza?

A questo punto mi sono ricordato di un testo che lessi tempo fa dal titolo "Comunicare la scienza", edito nel 2005 dalla MdS (Mestiere di Scrivere), rivolto ai ricercatori di scienza con lo scopo di fare il quadro su come comunicare efficacemente la materia.

Bene, ho recuperato il testo ed ho deciso di renderlo disponibile ai lettori del blog, così come alla collega, sperando di far cosa gradita e di poter fornire un contributo reale al tema della comunicazione efficace nell'ambito dell'insegnamento, non solo scientifico.

Riporto solo per fornire un piccolo estratto dei contenuti, una parte dello scritto di Giovanni Carrada, autore del testo in oggetto:

"...come ha sottolineato Lewis Wolpert, l’embriologo che ha diretto per alcuni anni il Committee for the Public Understanding of Science britannico:   
La scienza implica una modalità speciale di pensiero ed è innaturale a causa di due motivi principali.
In primo luogo, il mondo non è costruito su una base di senso comune. Ciò significa che il pensiero “naturale” – il buon senso ordinario, comune – non produrrà mai la comprensione della natura della scienza. Con rare eccezioni, le idee scientifiche sono controintuitive: non possono essere acquisite con il semplice esame dei fenomeni e spesso sono
al di fuori dell’esistenza quotidiana. In secondo luogo, fare scienza richiede una consapevolezza cosciente delle trappole del pensiero “naturale”: il senso comune tende all’errore quando è applicato a problemi che necessitano di un pensiero rigoroso e quantitativo. 
Le spiegazioni suggerite dal buon senso sono estremamente inaffidabili.

La nostra mente è infatti aristotelica, non galileiana: per questo diventare scienziati richiede un addestramento a un diverso modo di pensare, non solo la semplice acquisizione di conoscenze. 
Se non fosse così, avremmo capito prima fenomeni semplici come il moto dei corpi o la circolazione del sangue, che sono sempre stati sotto il nostro naso. 

Diagramma di flusso dell'elaborazione dell'informazione secondo Aristotele

Nei casi in cui anche la comprensione richieda di pensare come uno scienziato, è bene avvertire il pubblico della specifica difficoltà, accompagnandolo poi verso questo diverso modo di vedere le cose.
"

Consiglio particolarmente, ai lettori interessati all'argomento, i capitoli "L'ABC della comunicazione in pubblico" e "Progettare la comunicazione".

Di fatto, tutte le materie contribuiscono alla formazione globale delle persone, ognuna in egual misura, ma è innegabile che alcune siano più facilmente fruibili di altre e di conseguenza, più "teatrabili", per dirla alla Galileo.

A questo punto non mi resta che augurare buona lettura del documento e come al solito attendere i vostri commenti.

Buon lavoro.
GAGiuliani

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