martedì 14 febbraio 2012

I Filosofi della Natura - parte 1. Con Anna ripercorriamo un po' la storia che accomuna scienza e filosofia... alla chimica.

Qual è la relazione tra le scienze e la filosofia? Come è nato e si è poi evoluto il pensiero scientifico? Chi sono i personaggi che hanno avuto una parte da protagonista inqueste vicende?
Anna Bosc ha studiato l'argomento ed ha preparato per il blog una serie di scritti che ci consentiranno di ripercorrere le diverse tappe che hanno portato al moderno pensiero chimico. In questa prima puntata si parte dalla Grecia del 625 AC e si impareranno, per chi non le sa già, molte particolarità...

di Anna Bosc

625 anni prima di Cristo... antica Grecia
In un'epoca così remota è sbagliato parlare di un pensiero chimico, ma non è sbagliato supporre che cominciasse a nascere un pensiero scientifico.

I popoli professavano il politeismo e attraverso l'operato degli dei spiegavano i principali fenomeni naturali, come l'alternarsi delle stagioni, o i temporali e le piogge, o ancora il giorno e la notte.

Queste persone davano dunque per scontato che in principio tutto fu creato dal nulla per opera degli dei, quindi le loro domande non erano incentrate sulle origini del mondo, quanto su ciò che vi avveniva.

I "Filosofi della Natura" furono i primi a porsi dei quesiti senza più accettare le vicende delle divinità come risposta a tutto: essi osservavano i vari fenomeni e ciò che colpì di più la loro attenzione fu la... mutazione.


Come era possibile che acqua e terra mutassero in piante e in animali
?

Come facevano le sostanze a diventare sostanze diverse e, soprattutto, come potevano le stesse generare esseri viventi?


Cominciò allora a farsi strada l'idea che in origine esistesse un "qualcosa", poi arrivò un "principio" (un inizio) di tutte quelle trasformazioni di cui i filosofi erano spettatori e, alla fine, tutto doveva necessariamente tornare a quel "qualcosa" di originario...


Siamo davanti ai primordiali pensieri scientifici: i filosofi misero da parte quelle che venivano considerate certezze assolute per cercare le risposte nella natura stessa.


I primi tre Filosofi Naturali dei quali ci occuperemo saranno Talete, Anassimandro e Anassimene.

Bisogna considerare che di questi filosofi non si hanno scritti, ma solo frammenti e testimonianze di chi è venuto dopo di loro (principalmente da Aristotele), perciò è possibile che il loro reale pensiero sia stato distorto da coloro che l'hanno trascritto molti anni più tardi.

Questi tre filosofi vissero tutti a Mileto (antica città greca sulle coste dell'Asia Minore -costa egea dell'odierna Turchia) e tutti cercarono di individuare l'archè, ovvero il principio e la causa (eterni) di tutte le cose...

Ta
lete si stima sia nato nel 625 a.C.
Probabilmente individuò l'arch
é nell'acqua; si ritiene che egli sostenesse che "in essa ha origine persino il pensiero... non l'uomo, bensì l'acqua è la realtà delle cose".

Talete era matematico e astronomo; studiando la natura aveva cominciato a crederci, e aveva acquisito un certo distacco da tutte le spiegazioni che si rifacevano al
mistico o al divino.

Tuttavia lo studio che intraprese sulle origini della natura, acquistò con forza, a mano a mano che proseguiva, la connotazione che nel concetto greco
di natura si incorporava l'idea che tutto avveniva in modo regolare e preciso; per esempio è nella natura di un seme dare origine alla pianta e tutti i semi hanno questo scopo.

Le cause di ciò che avviene in natura non sono quindi da ricercarsi all'esterno, ma nella natura stessa, e queste
seguono regole ben precise.


Parallelamente la natura di una determinata cosa non indica soltanto ciò che quella cosa è in questo momento, ma anche che cosa diventerà o farà.

Sempre facendo riferimento al seme di prima, non posso dire semplicemente che questo è un pezzetto di legno di forma sferica/ovale, ma devo anche sottolineare che
darà probabilmente origine ad una pianta.

In conclusione possiamo dire che il concetto di natura esprime tutte le proprietà che una certa cosa possiede proprio per il fatto stesso di essere quella determinata cosa.

Inoltre non si è nemmeno sicuri che gli antichi facessero distinzioni tra esseri animati o inanimati, anzi è probabile che credessero che tutto fosse vivo o avesse uno spirito.


Con questa premessa possiamo dedurre che Talete, nel tentativo di cercare l'arché, avesse fatto coincidere questa sua ricerca con la ricerca della vita stessa.
Quando vide l'acqua divenire ghiaccio, poi vapore e infine ritornare ad essere acqua, dopo aver notato come sia importante per la crescita e lo sviluppo delle piante,
dopo averla ritrovata in ogni forma di vita, giunse alla conclusione che alla fine tutto originasse da questa.


Ecco perché arrivò ad affermare "panta plere theon", ovvero: tutto è pieno di dei.

Anche se questa affermazione è interpretabile, con ogni probabilità Talete intendeva
dire che in ogni cosa ci fosse un "germe di vita" che prendesse forma dall'acqua, presente appunto ovunque; inoltre la scelta ricadde proprio sull'acqua anche perché questa possiede delle caratteristiche che la rendevano adatta: è insapore, incolore, inodore... la sua principale qualità è di non avere caratteristiche, quindi si presta bene ad assumerle tutte.

Il secondo filosofo è Anassimandro (610 a.C.); fu discepolo di Talete.
Anche lui si mise alla ricerca dell'origine di tutto, ma non la identificò nell'acqua.


Anassimandro partì con il presupposto che il principio da cui tutte le cose sono nate deve essere indefinito, illimitato: tutto ciò che possiamo percepire con i nostri sensi è determinato, occupa uno spazio ben preciso, ha dei limiti.

Se vogliamo capire come questo si generi dobbiamo pensare a qualcosa di simile ad un foglio bianco o una scatola vuota.

Se il foglio è bianco o la scatola è vuota, non c'è niente quindi lo spazio è illimitato, tuttavia quando disegniamo o vi inseriamo un oggetto abbiamo qualcosa di definito.


Ma per fare ciò ci deve essere qualcuno che disegna o inserisce l'oggetto, quindi deve esistere una realtà superiore, che a sua volta deve essere illimitata perché niente
di ciò che è determinato può dominare originariamente, non può essere all'origine di qualcosa.

Ecco come mai l'acqua non andava bene, essendo essa un oggetto definito.

A questa realtà superiore, Anassimandro da il nome di àpeiron; egli inoltre aveva un "pensiero polare", ovvero era incline a credere alla molteplicità, non come ad un
mucchio di cose, ma come un'alternanza di opposti.

Basta per esempio fare riferimento al giorno e alla notte, alle stagioni e così via dicendo...

Egli credeva che quando si era in presenza uno dei due opposti, l'altro si trovava nell'àpeiron; uno da una parte e uno dall'altra, proprio come la natura che Anassimandro
codificò come un alternarsi di situazioni, in eterno.

L'ultimo di cui tratteremo oggi è Anassimene...
egli fu particolarmente sorpreso nel notare che tutte le sostanze in natura esistono sia allo stato solido, sia a quello liquido sia a quello gassoso.

Dopo aver studiato i ragionamenti di Talete e quelli di Anassimandro, concluse che entrambi erano, a parer suo, scorretti.


Concordava con Anassimandro sul fatto che in linea di principio una cosa determinata non potesse dare origine a tutte le altre, ma secondo lui la soluzione del collega era
troppo astratta: che problema c'era se, anziché sostenere che nulla di limitato potesse dare origine a tutto, ci si adoperava affinché questo concetto potesse realizzarsi?

Esprimendo meglio il concetto, possiamo dire che l'uomo non è in grado di volare, ma ciò non implica che non esista il modo per cui l'uomo non riesca a volare: costruendo
un aeromobile ho risolto il problema, anche se l'uomo, di per sé, non sa volare.

Secondo Anassimene la soluzione di tutti i problemi si trovava nei fenomeni di condensazione ed evaporazione; egli individuò quindi l'àrche nell'aria, infatti anche nei poemi di Omero l'anima si identificava nell'ultimo respiro esalato prima di morire.
La stessa parola anima (in greco psychè) deriva proprio da psycho, che significa soffiare.


Infine Anassimene fu il primo a considerare significativi ed importanti tutte le trasformazioni fisiche, al fine di generare un'ipotesi corretta della vera natura di tutte le cose e, come abbiamo visto, mise in particolare rilievo i passaggi di stato.


Attendo i vostri commenti, sperando che vi sia piaciuto.
Anna Bosc



Alla prossima puntata e buono studio.
GAGiuliani


FONTI
_____________________
http://www.linguaggioglobale.com/filosofia/txt/Anassimandro.htm
http://www.riflessioni.it/enciclopedia/anassimandro.htm
http://www.filosofico.net/talete.html
http://doc.studenti.it/riassunto/filosofia/anassimandro.html
Filosofia e cultura: L'Antichità e il Medioevo - Antonello La Vergata, Franco Trabattoni - La Nuova Italia, 2007
Jostein Gaarder - Il mondo di Sofia - Longanesi & C, 1994

http://it.wikipedia.org/wiki/Talete
http://it.wikipedia.org/wiki/Anassimandro
http://it.wikipedia.org/wiki/Anassimene_di_Mileto


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